APPUNTI DI VIAGGIO


La mia vita non è come l'avevo immaginata, ma continuo a immaginare. Sono ancora troppo attaccata al tempo, al prima e al dopo: la vita si gioca adesso.
Ho fatto scoperte su me stessa, cose che non m'aspettavo avrei fatto accadere, ma di cui sentivo il bisogno che accadessero nella vita che immaginavo.
E' stato meravigliosamente devastante, terribilmente costruttivo: l'apoteosi dei contrasti.
"L'incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito." (Jung)
A me non sembra d'aver assolto neanche ad una piccola parte del compito, ma so che questa è la strada che voglio.
Riscontro un uso spropositato e, credo, poco consapevole, della frase: "bisogna vivere fino in fondo". Ma sappiamo davvero cosa significhi questo?
"Dentro di noi abbiamo un'Ombra: un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare" ... "Non dobbiamo più soggiacere a nulla, nemmeno al bene. Un cosiddetto bene, al quale si soccombe, perde il carattere etico. Non che diventi cattivo in sé, ma è il fatto di esserne succubi che può avere cattive conseguenze. Ogni forma di intossicazione è un male, non importa se si tratti di alcol o morfina o idealismo." ... "Dobbiamo guardarci dal considerare il male e il bene come due opposti."(Jung)
E' un'esperienza unica, che travolge e devi essere abbastanza "malleabile" per rimanere in equilibrio sul filo, come un funambolo, perché basta un attimo per perdere il contatto con la realtà, perché "la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia" (Vasco Rossi).
Muoversi in questo terreno è come muoversi nelle sabbie mobili: ti devi sporcare per capire, e anche rischiare di esserne inghiottito, ma ti devi aggrappare per sopravvivere, e avere forza per uscirne. 
Sporcarsi è fare esperienza, ma anche convivere con l'ombra.
Essere inghiottito è il rischio di non essere in grado di fare esperienza di quella parte dell'io, senza esserne travolti, impazzire.
Aggrapparsi è attaccarsi a qualcosa che ci fa sopravvivere, che ci riconduce all'equilibrio delle cose: sono le radici.
La forza per uscirne è la motivazione-passione che ci ha spinti dentro, è il divenire, è l'oggi vissuto con la coscienza della storia, e la storia ha radici.
Cosa serve alla fine in tutto questo? - e adesso cito me stessa -"bisogna rigirare la terra / bagnarla col sudore della vanga / occorre sentire il dolore / perché sia priorità / sempre / la sera / dare da bere ai piccoli fiori / nati nonostante tutto."

Nessun commento:

Posta un commento